Vent'anni dopo la vittoria di Champions League, che fine hanno fatto i protagonisti dell'impresa dell'Ajax?



Pochi giorni fa, molti tifosi dell'Ajax avranno ricordato i fasti della metà anni novanta, quando, sotto la guida di Louis van Gaal, una giovanissima truppa iniziò il suo cammino che la portò a vincere la Champions League a Vienna, battendo di misura il Milan di Capello. Quella dell'Ajax del 1995 è, ancora oggi, considerata come una delle generazioni calcistiche più prolifiche di sempre, trattandosi di una squadra composta praticamente da tutti giocatori cresciuti nelle giovanili dell'Ajax. Eccetto qualche giocatore, infatti, la media età dei calciatori scesi in campo era intorno ai 24 anni, abbassandosi notevolmente grazie ai giovanissimi Seedorf e Kluivert.

Proprio contro il Milan, sconfitto mesi dopo in finale, poco più di vent'anni fa, gli ajacidi iniziarono la loro campagna imponendosi per 2 reti a 0 allo Stadio Olimpico di Amsterdam. A sbloccare il risultato fu una rete di Ronald de Boer, allora tra i pilastri di quella squadra dopo aver fatto la consueta trafila dalle giovanili, ed oggi tra i preparatori della selezione A1 (il corrispettivo delle nostre Under 19) dell'Ajax, oltre ad essere una presenza piuttosto costante negli studi televisivi olandesi, a differenza del fratello Frank, allenatore della prima squadra ed artefice del poker di titoli consecutivi che lo ha fatto diventare uno dei giovani manager più richiesti nell'Europa calcistica. Entrambi sono tornati in Olanda dopo le esperienze al Barcellona, in Scozia e negli Emirati Arabi.



Nella vittoria contro il Milan, l'altro goal fu segnato da uno dei giocatori più amati dai tifosi e, forse, tra i più sottovalutati nella recente storia calcistica: Jari Litmanen, trequartista che l'Ajax ingaggiò per sostituire Bergkamp e che, sotto la guida di Van Gaal, divenne il precursore di quel ruolo, il falso nueve, che tanto va di moda oggi. Il finlandese, mai ritiratosi ufficialmente dalla vita calcistica, dopo aver raggiunto lo straordinario obiettivo di giocare delle competizioni ufficiali in quattro decadi diverse (anni 80, 90, 00 e 2010) fa la spola tra la Finlandia e l'Estonia, dove vive con la famiglia, ma si è detto più volte interessato ad una carriera da preparatore all'Ajax. Piuttosto schivo e poco incline alle apparizioni pubbliche, la sua classe potrebbe servire tantissimo ai giovani ajacidi. 



Nonostante i 6 goal segnati in quella edizione della Champions, Litmanen non riuscì ad incidere la sera della finale, venendo sostituito dall'allora giovanissimo Patrick Kluivert, entrato nella storia per il goal, a pochi minuti dal termine, che condannò il Milan e fece salire l'Ajax sul tetto d'Europa. Oggi Kluivert è diventato commissario tecnico della piccola nazionale di Curacao, dopo essere stato ripetutamente accostato a molteplici panchine (dalla nazionale del Ghana al Ross County, club di Premiership) in seguito alla convincente campagna in Brasile come assistente di Louis Van Gaal sulla panchina dell'Olanda. Con lui, sempre nella mansione di assistente, c'era anche Danny Blind, capitano di quella squadra ed, ad oggi, unico giocatore olandese ad aver vinto tutte le competizioni ufficialmente riconosciute dalla FIFA e dalla UEFA, sempre (ovviamente) con la maglia dell'Ajax. Il padre di Daley, neo acquisto del Manchester United, dopo essere stato direttore tecnico del club di Amsterdam, è in attesa di diventare commissario tecnico dell'Olanda, dopo aver svolto l'apprendistato sotto la guida di Van Gaal, prima, ed Hiddink, poi.



L'Ajax di Van Gaal sembrava essere una macchina perfetta. Il 3-4-3, marchio di fabbrica della squadra olandese in quegli anni, aveva in Frank Rijkaard uno dei suoi interpreti di maggiore esperienza. Dopo alterne fortune come allenatore (bene con l'Olanda ed il Barcellona, un pò meno con il Galatasaray), l'ex numero 4 di quella squadra ha deciso di chiudere la propria carriera dopo l'esperienza sulla panchina della nazionale dell'Arabia Saudita. Agivano ai fianchi di Rijkaard (vertice basso) e Litmanen (vertice alto), altri due futuri protagonisti della scena calcistica negli anni a venire: Edgar Davids ed il giovanissimo Clarence Seedorf, oggi Cavaliere dell'Ordine di Orange e Nassau e, di sicuro, il giocatore che ha ottenuto più successi tra quelli che componevano la squadra.Mentre quest'ultimo ha, fino a poco tempo fa, calcato i campi di gioco della nostra Serie A, con una parentesi sfortunata, durata appena quattro mesi, sulla panchina del Milan, più ricca di sorprese è stata l'ultima parte della carriera del mediano, ritiratosi ufficialmente nel 2010, prima di tornare nel mondo del calcio giocato, come allenatore-giocatore del Barnet, club inglese che militava nella League Two. Per Davids, che in carriera ha giocato con le maglie di Ajax, Milan, Juventus, Barcellona, Inter, e Tottenham, è stato difficilissimo dire ufficialmente addio al pallone ed ai prati verdi che lo hanno visto protagonista per oltre un ventennio, rendendolo, anche grazie agli occhiali con cui è sceso in campo per un certo periodo, una figura iconica del calcio anni 90.


Altro fondamentale interprete di quell'Ajax era il suo portiere, Edwin Van der Sar. Leggenda per i tifosi dell'Ajax e del Manchester United, dove ha giocato dal 2005 al 2011, è passato anche per l'Italia, dove ha raccolto, però, la fama del brocco, prima di trasferirsi in Inghilterra, al Fulham. Con 226 presenze ed 1 goal (segnato nel 9 a 1 contro il De Graafschap nella stagione1997-98), ha vinto per 4 anni consecutivi il titolo di Miglior portiere d'Olanda. Oggi riveste, nell'ambito della rivoluzione societaria orchestrata da Cruijff, il ruolo di Direttore del Marketing dell'Ajax. Al suo pari, anche un altro protagonista della vittoria della Champions League, oggi è dirigente dei Lancieri: si tratta di Marc Overmars, ala sinistra che, insieme a Blind, fu l'unico ammonito in quella splendida serata del 24 maggio. Dopo alcuni anni trascorsi a giocare con le maglie di Arsenal e Barcellona, Overmars tornò in Olanda, per giocare con i Go Ahead Eagles di Deventer, squadra nella quale è cresciuto. Oggi, da due anni a questa parte, ricopre il ruolo di Direttore Sportivo dell'Ajax.

Nel tridente con lui, ma sulla fascia opposta, giocava il nigeriano Finidi George, che in 3 stagioni con il club di Amsterdam ha vinto tutto ciò che c'era da vincere, prima di cambiare aria, firmando con gli spagnoli del Betis Siviglia. Ritiratosi nel 2004, oggi è formalmente allenatore del Mallorca B, anche se sta riscontrando dei problemi relativi al patentino di allenatore, ottenuto in Olanda e, a quanto pare, non ancora valido in Spagna.



Ultimo dei protagonisti di quella partita fu Michael Reiziger, terzino destro che qualcuno ricorderà per la sua -non certo esaltante- esperienza al Milan nella stagione 1996-97, cui seguirono 7 anni in Liga, come difensore titolare del Barcellona. Proprio nella città catalana, l'ex numero 2 di quell'Ajax ha deciso di rimanere a vivere, fin quando non ha ottenuto il ruolo di preparatore delle giovanili dello Sparta Rotterdam. Al pari di Reiziger, anche Winston Bogarde trascorse un anno al Milan prima di trasferirsi al Barcellona. Fortemente voluto da Van Gaal, che lo osservò quando il giocatore si fece notare allo Sparta Rotterdam, questo roccioso difensore, dopo 3 stagioni all'Ajax, migrò in Italia (3 presenze), poi in Spagna (41 partite giocate in 3 anni) ed infine in Inghilterra, dove giocò con il Chelsea di Vialli un totale di 9 gare nel giro di 4 anni. Oggi, dopo aver collaborato, insieme ad altri ex colleghi, con i Suriprofs, una squadra composta da ex giocatori di origini surinamensi per scopi di beneficenza, ed aver fondato la Global Music Entertainment (impresa che si occupa di scovare nuovi talenti musicali), ha ottenuto il patentino da allenatore in Irlanda del Nord, dopo non essere stato ammesso all'esame in Olanda. 




Insieme a Bogarde, in panchina, durante la finale di Champions contro il Milan, sedevano anche il secondo portiere Fred Grim, oggi allenatore dell'Almere City, Nwankwo Kanu, campione olimpico con la Nigeria nel 1996 ed oggi dedito a missioni a carattere filantropico in Africa con la Kanu Heart Foundation, e Peter Van Vossen, ex attaccante che oggi siede sulla panchina del Fortuna Sittard, in Eerstedivisie. 
Non figuravano tra i convocati di quella sfida, invece, Rob Alflen e John Van den Brom, oggi rispettivamente allenatori di Utrecht ed AZ Alkmaar, e Sonny Silooy, vice-allenatore del D.C. United dopo aver collaborato con l'Under 10 dell'Ajax in cui giocavano, al tempo, Veltman, Denswil e Ligeon.

Tra i calciatori che componevano la rosa dell'Ajax nel 1995, però, ci sono anche tanti giocatori che non hanno avuto una carriera scintillante. Un esempio? Tarik Oulida, che nel corso degli anni ha giocato anche con Siviglia, Nagoya Grampus e Sedan, prima di chiudere all'ADO Den Haag, era uno dei grandi talenti delle giovanili dell'Ajax. Purtroppo, il centrocampista di origini marocchine non riuscì ad avere l'impatto sperato con la maglia biancorossa, pur avendo firmato, quando schierato al posto dell'indisponibile Davids, una doppietta nella sfida dei gironi di Champions contro l'AEK Atene.
Ancora, ricordiamo gli allora giovanissimi Martijn Reuser, attualmente in cerca di impiego dopo una lunga carriera da calciatore in Olanda ed Inghilterra, e Clyde Wijnhard, anch'egli emigrato in terra d'Albione per cercare una svolta mai avuta in patria, ha concluso la sua carriera di calciatore nel 2006, al Brendford, dopo aver giocato con le maglie di 8 squadre diverse nel corso degli anni. Oggi, dopo aver avviato una compagnia energetica, la Green Tree Energy Solutions, fa da mediatore per i club inglesi negli acquisti di giovani calciatori olandesi. 

Fortune alterne ebbero anche Kiki Musampa e Nordin Wooter, che dopo il ritiro fondarono la Masters of the Game, azienda operante nel settore del calcio freestyle e Robert Gehring, che ha lasciato il mondo del calcio professionistico nel 1998, dopo aver essere stato ingaggiato dagli spagnoli del Rayo Vallecano (con cui non è mai sceso in campo), entrando nel mondo dell'economia e del management.

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