Dopo l’amara esperienza di Italia ‘90, dove la nazionale campione d’Europa sarebbe dovuta essere una delle protagoniste e invece è uscita ingloriosamente negli ottavi, ripartiva il campionato ed i bookmakers, come al solito, davano per favorite le solite tre squadre, Ajax Amsterdam, PSV Eindhoven e Feyenoord Rotterdam, nonostante il divario con le provinciali si fosse assottigliato nel corso dell’ultimo campionato. FC Twente Enschede, Vitesse Arnhem e Roda JC Kerkrade avevano dimostrato che anche squadre meno ricche e blasonate potevano competere fino all’ultimo per la vittoria finale.
Partiamo dal PSV Eindhoven: tre nomi nuovi di un certo prestigio andavano a rafforzare le fila dei biancorossi. Si trattava di Johnny Bosman, Erwin Koeman (fratello del più celebre Ronald) e Gheorghe “Giga” Popescu. L’acquisto del romeno era stata una mossa obbligata, dato che con il ritiro del danese Ivan Nielsen, il reparto difensivo, trascurato nelle precedenti campagne acquisti, si era notevolmente indebolito. Lo stesso problema si era verificato a centrocampo: il ritiro di Sören Lerby aveva messo nei guai il neo allenatore Bobby Robson, per cui si era corsi ai ripari con Erwin Koeman, giocatore che ricalcava il danese anche se la tecnica non era molto sopraffina. In attacco i problemi erano stati risolti parzialmente; erano partiti sia Wim Kieft, andato a cercare fortuna nel Bordeaux, che Fleming Povlsen, rientrato nella Bundesliga grazie al Borussia Dortmund BV. L’arrivo di Johnny Bosman, clamorosamente escluso dai ventidue per Italia ‘90, non sembrava rappresentare la soluzione a tutti i problemi.
Per l’Ajax Amsterdam, allenata da Leo Beenhakker, si era trattato della peggior campagna acquisti degli ultimi anni: non era stato ingaggiato alcun giocatore, ma si era fatto ricorso al vivaio, pescando cinque ragazzini (Gerver, Molls, den Ouden, van der Poll e Uhlembeek). Erano poi partiti l’ungherese Fischer, destinazione Ferencvaros, ed Arnold Scholten finito agli storici rivali del Feyenoord Rotterdam. Gli uomini di Beenhakker partivano con un paradossale vantaggio sul PSV Eindhoven: non potevano disputare la Coppa dei Campioni a causa della squalifica rimediata per gli incidenti dell’anno precedente in Coppa UEFA contro l’Austria Vienna, quando alcuni teppisti colpirono il portiere ospite con una spranga di ferro.
Per quanto riguardava il Feyenoord Rotterdam l’acquisto più importante era il colored Fraser, solidissimo difensore che ricordava per certi versi Frank Rijkaard. In attacco notevole l’acquisto di van der Laan, punta del FC Den Haag, autore nella stagione precedente di ben 19 reti che gli avevano permesso di chiudere al terzo posto nella classifica dei marcatori. Chiudeva la lista degli acquisti il centrocampista rumeno Ioan Ovidiu Sabau, proveniente dalla Dinamo Bucarest. Tuttavia, anche per quest’anno, le possibilità che il Feyenoord Rotterdam potesse lottare fino in fondo per il titolo apparivano decisamente flebili.
Dopo quattro turni Ajax Amsterdam e PSV Eindhoven si trovavano al comando della classifica con il Feyenoord Rotterdam ad inseguire, trascinato dal neo acquisto van der Laan che, con quattro reti, comandava la classifica dei marcatori. Il PSV Eindhoven, al primo turno di Coppa delle Coppe veniva immediatamente eliminato dai non irresistibili francesi del Montpellier che, vincendo col minimo scarto in Francia e pareggiando 0–0 in Olanda, superavano agevolmente i sedicesimi di finale. Per gli olandesi, tra i favoriti nella vittoria finale della competizione, la delusione era grande, anche perché la Coppa delle Coppe era l’unico trofeo che mancava nella bacheca della squadra della Philips. Alla settima giornata il Feyenoord Rotterdam entrava in crisi grazie a due sconfitte consecutive, mentre l’Ajax Amsterdam volava solitaria al comando della classifica, approfittando anche del fatto che il PSV Eindhoven rinviava la gara con il Roda JC Kerkrade. I lancieri travolgevano per 7–0 il NEC Nijmegen fino ad allora imbattuto, grazie ad un gol di Aaron Winter ed alle due triplette realizzate rispettivamente da Dennis Bergkamp e Stefan Pettersson.
Si arrivava così al primo big match della stagione: allo stadio de Meer di Amsterdam si disputava la sfida tra i lancieri ed il PSV Eindhoven. I padroni di casa avevano un punto in più dei rivali, ma anche una gara giocata in più. Il primo tempo si chiudeva 1–0 per l’Ajax Amsterdam, grazie ad un gol di Jan Wouters. Al 58’ Juul Ellerman trovava il pareggio per gli uomini di Bobby Robson, ma quando sembrava che la gara stesse per terminare con un nulla di fatto, arrivava un uno-due micidiale dell’Ajax Amsterdam: i due cannonieri del campionato, Stefan Pettersson e Dennis Bergkamp firmavano il 3–1 finale confermando i biancorossi di Amsterdam al comando della classifica.
Continuava nel frattempo il calvario del Feyenoord Rotterdam che allungava a sei i turni senza vittorie: per l’undici di Rotterdam solo quattro pareggi e due sconfitte. Per il Feyenoord Rotterdam si prospettava ormai l’ennesima stagione in ombra, con lo spettro di restare fuori, per il secondo anno consecutivo, dalle coppe europee. Due settimane più tardi c’era l’aggancio in vetta ad opera del PSV Eindhoven. Si preannunciava un testa a testa anche per questa stagione, ma l’incertezza su chi potesse spuntarla la faceva da padrona. Alla finestra, pronta a sfruttare gli errori dei due battistrada, c’era il sorprendente FC Groningen, vera e propria sorpresa di questa Eredivisie. Il Feyenoord Rotterdam, dopo la fallimentare stagione passata, si ritrovava a centro classifica per giocarsi un posto in Europa. La sfida con l’Ajax Amsterdam, giocata sul proprio campo, terminava con un umiliante 4–0, che risultava essere ancora più amaro alla luce delle due autoreti (Fraser al 18’ e Heus al 31’ ) che spianavano la strada ai biancorossi, ancora in gol con Jan Wouters ed il fenomenale Dennis Bergkamp.
Il PSV Eindhoven in questa fase del campionato si rendeva protagonista per due situazioni particolari: la prima era rappresentata dall’esplosione del giovane difensore di colore de Jong che, in modo autoritario, riusciva a non far rimpiangere l’infortunio di Eric Gerets. Romario, invece, dopo un litigio con la società e la fuga in Brasile, decideva di tornare: prima segnava un gol contro il FC Volendam in campionato, poi ne metteva a segno ben quattro in Coppa d’Olanda contro il FC Wageningen, nella vittoria per 8–1 che valeva il passaggio ai quarti di finale.
La diciannovesima e la ventesima giornata restavano agli annali per il rinvio di tutte le gare a causa del maltempo. Si ripartiva dopo due settimane con una classifica “bugiarda” a causa delle gare rinviate. Il PSV Eindhoven comandava con 31 punti seguito dal sorprendente FC Groningen a 27 e dall’Ajax Amsterdam con 26, ma con due gare da recuperare rispetto ai due battistrada. In questo periodo, però, il calcio olandese era in crisi: la nazionale usciva con le ossa rotte dal mondiale italiano, perdendo per 2–1 negli ottavi di finale con la Germania Ovest , ed inoltre si trovava in difficoltà nelle qualificazioni ai Campionati Europei di Svezia ’92. I migliori talenti giocavano all’estero per cui il campionato aveva poco da proporre e lo scarso livello delle squadre si notava anche dalla mancanza di formazioni olandesi nei quarti di finale delle coppe europee. A parziale scusante c’era il fatto che nessuna squadra olandese aveva preso parte alla Coppa dei Campioni. L’unica nota positiva era la definitiva consacrazione di Dennis Bergkamp, 21 anni centravanti dell’Ajax Amsterdam, vero erede del grande Marco van Basten.
Il venticinquesimo turno di campionato evidenziava ancora la grande crisi del Feyenoord Rotterdam che, con la sconfitta per 1–0 sul campo dell’RKC Waalwijk, si trovava a due punti dalla zona retrocessione. Una sola vittoria nelle ultime diciannove gare era la dimostrazione che i fasti degli anni settanta erano solo un ricordo e che ora c’era bisogno di una inversione di tendenza per evitare lo smacco della retrocessione in Eerste Divisie. Sebbene la dirigenza avesse sostituito il tecnico svedese Gunder Bengtsson con l’ex centrocampista degli anni settanta Wim Jansen, i risultati erano più che deficitari. Il PSV Eindhoven invece si faceva sorprendere dal FC Den Haag per 3–0. Nonostante la sconfitta gli uomini di Bobby Robson mantenevano due punti di vantaggio sul confermatissimo FC Groningen, allenato da Hans Westerhof.
Si arrivava così alla gara di “ritorno” tra PSV Eindhoven ed Ajax Amsterdam; gli ospiti partivano forte e chiudevano la prima frazione di gara in vantaggio per 1–0 grazie al gol del mai domo Jan Wouters. Nella ripresa si scatenava il PSV Eindhoven: dopo due minuti Kalusha Bwalya pareggiava ed al 51’ un gol di Romario ribaltava le sorti dell’incontro. Il 4–1 finale portava la firma di Linskens e dello stesso Romario. La vittoria dei ragazzi di Bobby Robson era importante non solo per i due punti, ma anche per la differenza reti, elemento questo che in una stagione molto equilibrata avrebbe potuto fare la differenza.
Quello che non riusciva in campionato al Feyenoord Rotterdam accadeva in Coppa d’Olanda; a digiuno di vittorie da oltre due mesi, l’undici di Rotterdam, andava a sbancare per 1–0 il Philips Stadion, prenotando un posto nella finale contro il sorprendente BVV Den Bosch, vincitore ai calci di rigore contro il Roda JC Kerkrade. La sconfitta in Coppa d’Olanda era un segnale di allarme per il PSV Eindhoven che, in campionato, veniva sconfitto dall’altra squadra di Rotterdam, lo Sparta: 1–0 con un gol di Peter Houtman. Con questo risultato lo Sparta Rotterdam scavalcava gli odiati cugini del Feyenoord Rotterdam che, dal canto suo, collezionavano il quattordicesimo pareggio in venticinque gare. Gli avversari non approfittavano del passo falso del PSV Eindhoven; il FC Groningen veniva travolto per 4–2 dal FC Twente Enschede, l’Ajax Amsterdam superava 4–0 l’ormai retrocesso SC Heerenveen e si portava a –3 in classifica con una gara da recuperare.
A sei giornate dalla fine si riallineava la classifica: PSV Eindhoven 41 punti, Ajax Amsterdam 39 e FC Groningen 37. Tutte e tre le squadre avevano disputato 26 gare. Il FC Groningen non sembrava potesse tenere il passo degli avversari; a dimostrazione di ciò era la sconfitta di Rotterdam contro il Feyenoord Rotterdam per 2–0 (Kiprich al 65’ e Witschge al 70’ ). Il PSV Eindhoven riusciva a spuntarla con molta fatica sul derelitto SVV Dordrecht grazie a Juul Ellerman che fissava il 3–2 dopo che la doppietta di Berendsel aveva riproposto vecchie paure nelle fila dei biancorossi. L’Ajax Amsterdam, trascinata del solito Dennis Bergkamp, risaliva lentamente la china e due punti da recuperare con otto gare ancora da giocare rendeva il campionato ancora incerto. Da parte sua il Feyenoord Rotterdam infilava tre vittorie consecutive che lo mettevano quasi al sicuro da spiacevoli sorprese. L’Ajax Amsterdam, grazie ai recuperi, rosicchiava un altro punto al PSV Eindhoven che ora cominciava a sentire il fiato sul collo degli uomini di Leo Beenhakker. Si arrivava alla trentaduesima giornata con il PSV Eindhoven avanti di quattro punti, ma con due gare giocate in più. L’Ajax Amsterdam travolgeva, nei recuperi, il Feyenoord Rotterdam (2–0) e il FC Volendam (3–0) ed agganciava a quota 51 il PSV Eindhoven. Nel frattempo il Feyenoord Rotterdam salvava una delle peggiori stagioni della sua storia conquistando la Coppa d’Olanda a spese del BVV Den Bosch: Rob Witschge dopo 8’ era il match winter nella finale giocata al de Kuip.
L’incredibile accadeva alla trentatreesima giornata: il PSV Eindhoven era di scena a Groningen e Meijer rifilava una tripletta ai biancorossi nel 4–1 finale. Scudetto all’Ajax Amsterdam? Neanche per idea, un gol di Tebbenhof dopo 25’ , regalava un incredibile successo al SVV Dordrecht sull’Ajax Amsterdam. A novanta minuti dal termine c’era una sostanziale situazione di parità, 51 punti per entrambe, ma il PSV Eindhoven aveva una migliore differenza reti: + 53 contro il + 51 della squadra di Amsterdam. Ci si preparava quindi all’ennesima goleada delle due squadre nell’ultimo turno di campionato. Il PSV Eindhoven batteva 3–0 il FC Volendam e l’Ajax Amsterdam si imponeva con lo stesso identico risultato sul Vitesse Arnhem, in uno stadio completamente esaurito.
Entrambe le squadre chiudevano a quota 53 ed a sottolineare il grande equilibrio tra i due clubs vi era anche la classifica cannonieri che, per uno strano scherzo del destino, aveva messo al primo posto un giocatore del PSV Eindhoven ed uno dell’Ajax Amsterdam: Romario e Bergkamp, con 25 reti ciascuno, si dividevano il primato di tiratore scelto. Dopo 40 anni il titolo veniva assegnato per differenza reti; per trovare un precedente analogo occorreva risalire al 1960, unico anno in cui due squadre finirono a pari punti: ma allora la differenza reti non era sufficiente per aggiudicarsi il titolo, quindi Ajax Amsterdam e Feyenoord Rotterdam dovettero ricorrere ad uno spareggio che fu stravinto dai primi per 5–1.
L’ultima volta che il campionato fu deciso dalla differenza reti fu addirittura nel 1934, quando l’Ajax Amsterdam e il KFC Koog Aan de Zaan finirono a pari punti, ma l’Ajax Amsterdam si laureò campione. Ciò che era incredibile erano i sette punti di vantaggio che ad aprile il PSV Eindhoven aveva nei confronti degli uomini di Leo Beenhakker. Infatti, dopo aver battuto l’Ajax Amsterdam, il vantaggio sembrava incolmabile ed invece il PSV Eindhoven riusciva nella storica impresa di buttare alle ortiche il vantaggio accumulato: un sintomo non tanto della forza dell’Ajax Amsterdam, quanto della incostanza di rendimento della squadra di Eindhoven, che vinceva il quinto titolo negli ultimi sei anni, malgrado gli infiniti problemi che l’attanagliavano sin dal momento in cui Bobby Robson ne aveva assunto il comando. Nonostante il successo in campionato, il tecnico inglese non era ben visto da una parte dei giocatori, in particolare il portiere Hans van Breukelen che lo aveva criticato a più riprese. A questo andava aggiunto il fatto che Romario non era molto amato da alcuni compagni che lo avevano accusato di individualismo e scarso impegno. Vi è da dire che il PSV Eindhoven senza i gol del suo attaccante sudamericano difficilmente sarebbe riuscita a conquistare il campionato. Sessantanove gol su sessantasette gare disputate la dicono lunga sull’importanza del brasiliano per l’economia della squadra.
Pos
|
Classifica
|
P
|
G
|
V
|
N
|
P
|
GF
|
GS
|
1
|
PSV Eindhoven
|
53
|
34
|
23
|
7
|
4
|
84
|
28
|
2
|
53
|
34
|
22
|
9
|
3
|
75
|
21
| |
3
|
FC Groningen
|
46
|
34
|
18
|
10
|
6
|
62
|
38
|
4
|
FC Utrecht
|
42
|
34
|
16
|
10
|
8
|
42
|
29
|
5
|
Vitesse Arnhem
|
37
|
34
|
11
|
15
|
8
|
39
|
32
|
6
|
FC Twente Enschede
|
36
|
34
|
13
|
10
|
11
|
58
|
48
|
7
|
RKC Waalwijk
|
35
|
34
|
11
|
13
|
10
|
51
|
49
|
8
|
Feyenoord Rotterdam
|
32
|
34
|
8
|
16
|
10
|
39
|
40
|
9
|
FC Volendam
|
32
|
34
|
10
|
12
|
12
|
37
|
45
|
10
|
Roda JC Kerkrade
|
31
|
34
|
12
|
7
|
15
|
40
|
53
|
11
|
Willem II Tilburg
|
30
|
34
|
13
|
4
|
17
|
53
|
50
|
12
|
Fortuna Sittard
|
30
|
34
|
9
|
12
|
13
|
33
|
47
|
13
|
Sparta Rotterdam
|
29
|
34
|
7
|
15
|
12
|
40
|
57
|
14
|
FC Den Haag
|
28
|
34
|
10
|
8
|
16
|
40
|
60
|
15
|
MVV Maastricht
|
27
|
34
|
9
|
9
|
16
|
38
|
56
|
16
|
SVV Schiedam
|
24
|
34
|
8
|
8
|
18
|
31
|
52
|
17
|
SC Heerenveen
|
24
|
34
|
9
|
6
|
19
|
41
|
63
|
18
|
NEC Nijmegen
|
23
|
34
|
6
|
11
|
17
|
27
|
62
|
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