Eredivisie: La stagione 1986-87


Lo sgangherato carrozzone ripartiva da zero e mai come quest’anno il campionato cominciava sotto il segno dell’indifferenza, anche perché la principale indicazione della pausa estiva era la rottura di quel “triumvirato” che da sempre aveva, con fortune alterne, egemonizzato il torneo: Il Feyenoord Rotterdam, infatti, quest’anno non sembrava in grado di inserirsi nella lotta per lo scudetto. In “fase transitoria di riorganizzazione” come rivelava un dirigente del Feyenoord Rotterdam, la squadra biancorossa stava tentando, a tempo di record, di tamponare le emorragie aperte dalla partenza dei due pilastri scandinavi, Ivan Nielsen e Lars Eriksen che, nella migliore tradizione danese, avevano optato per squadre un tantino più “berlusconizzate” (Lars Eriksen riceverà dal FC Servette Ginevra un compenso annuo due volte superiore a quello percepito in Olanda). Pensionati Tscheu La Ling e Johnny Rep (ultimo epigono della grande Olanda ancora in circolazione), il Feyenoord Rotterdam aveva puntato tutto sul ringiovanimento: formula questa che – Ajax Amsterdam insegna – permetteva di sperare tutto e raggiungere niente. Unica succosa eccezione l’acquisto dal danese Lars Elstrup, 23 anni del Broendby IF, squadra solidamente ancorata nelle mani di papà Laudrup. E, sempre nell’insegna della dinastia Laudrup, il Feyenoord Rotterdam un mezzo colpaccio lo aveva messo a segno, con un’opzione per Brian Laudrup, fratello di Michael. Per i tifosi dal palato meno fine l’immediato apriva prospettive meno esotiche, con l’acquisto di tre onesti galoppatori, ma nulla più: Herpen (FC Den Bosch) terzino tuttocampo; Hoffman (Roda JC Kerkrade) punta dalle discrete possibilità tecniche ed Ruud Heus, una mezz’ala. L’età del Feyenoord Rotterdam si era comunque notevolmente abbassata: sopra i 25 anni restavano solo tre trentenni d’oro della squadra, ossia Tahamata, Sorensen e Wijnstekers.

Se la rosa dei titolari non sembrava per il momento in grado di fornire ghiottonerie al pubblico di Rotterdam, la panchina, in compenso, si fregiava ora di due nomi illustri: Rinus Israel, ex nazionale ed ex giocatore del FC Den Bosch, aveva tutte le carte in regola per non far rimpiangere il mediocre Ab Fafié (che ora sedeva, non si sa perché, sulla panchina dell’AEK Atene) e Wim Jansen, ex nazionale.

Per lo scudetto, quindi, quest’anno doveva esserci un duello tra il PSV Eindhoven, campione in carica, e l’Ajax Amsterdam: sulla carta il club di Eindhoven aveva tutte le carte in regola per concedere il bis. La squadra di Hans Kraay infatti, non solo era riuscita, a differenza di Ajax Amsterdam e Feyenoord Rotterdam, a “congelare” i giocatori più ambiti da squadre estere (valga l’esempio di Ruud Gullit che faceva gola un po’ a tutti), ma aveva sorpreso tutti riuscendo a convincere, a suon di fiorini, i due perni del centrocampo dell’Ajax Amsterdam: Ronald Koeman e Gerald Vanenburg.
In un colpo solo, quindi, il PSV Eindhoven era riuscito a rafforzarsi in modo spettacolare in vista della prossima Coppa dei Campioni e ad indebolire notevolmente, quantomeno sulla carta, la più diretta avversaria. Meno spettacolare la campagna acquisti dell’Ajax Amsterdam che aveva puntato sul rafforzamento parallelo dei vari reparti. Un solo nome di prestigio era venuto a ingrossare le fila della squadra di Johan Cruijff: si tratta della punta sinistra del FC Tottenham Hotspurs, Allister Dick, un giocatore che ricordava il fuoriclasse danese Jesper Olsen. Allister Dick, appena ventunenne, aveva firmato per tre stagioni ed i maligni già affermavano che a lui sarebbe stato affidato il compito di non far rimpiangere, fra un anno, Marco Van Basten. Per il resto Johan Cruijff puntava tutto su Scholten, ex libero del FC Den Bosch, giocatore lento ma tecnicamente molto dotato che avrebbe dovuto colmare il vuoto lasciato da Ronald Koeman. Quanto a Blind, acquistato dallo Sparta Rotterdam, si trattava certamente di uno dei migliori difensori del campionato olandese. Nonostante il vuoto lasciato da Koeman e Vanenburg, l’Ajax Amsterdam edizione 1986-87 restava una delle squadre tecnicamente più temibili d’Europa, anche se l’equilibrio tra i vari reparti appariva il problema numero uno per la squadra di Johan Cruijff, battuta 2–1 in amichevole dai dilettanti del FC Horst.
A sorpresa dopo cinque giornate di campionato l’Ajax Amsterdam era già in crisi (a metà settimana aveva perso 2–3 in casa con la matricola FC Den Haag) lacerata da una serie di polemiche interne. Alla vigilia, quindi, del big match con il PSV Eindhoven, tutti si aspettavano un’ulteriore battuta d’arresto; invece l’Ajax Amsterdam imponeva il suo gioco e, grazie ad un gol del diciottenne Aaron Winter (13’) ed a una doppietta del solito Marco Van Basten (40’ e 62’) travolgeva gli uomini di Hans Kraay per 3–0. Da parte sua, il Feyenoord Rotterdam battendo per 2–1 l’Haarlem (Molenaar al 44’, Hoekstra al 58’, Keur al 69’ per l’Haarlem) si riportava a ridosso delle avversarie più blasonate. La squadra rivelazione però era il FC Den Bosch, allenato dall’ex Feyenoord Rotterdam Wim de Jong, che grazie all’attaccante Hans Gillhaus (21 anni e già nel mirino del Borussia Mönchengladbach) era imbattuto al comando della classifica dopo nove turni. Alla nona giornata niente di fatto sul campo tra PSV Eindhoven e Feyenoord Rotterdam, ma tante botte e una ventina di arresti tra i tifosi.
Continuava però il testa a testa tra l’Ajax Amsterdam, trascinato da un Marco Van Basten che segnava ad un ritmo indiavolato (un gol di media a partita), e il PSV Eindhoven. A novembre dopo sedici partite le due squadre avevano già fatto il vuoto (+8 sul Feyenoord Rotterdam e FC Den Bosch) con il PSV Eindhoven che vinceva a l’Aja contro il FC Den Haag per 6–2 (tripletta di Koolhoff, doppietta di Koeman e acuto di Van der Gijp) e l’Ajax Amsterdam che passava a Zwolle col PEC grazie all’ennesimo gol di Marco Van Basten, già prossimo rossonero. Alla fine del girone d’andata l’Ajax Amsterdam aveva due punti di vantaggio sul PSV Eindhoven, frutto di sedici vittorie e una sola sconfitta, scavando un abisso con il resto della compagnia e facendo, ad ogni gara, il tiro a segno con gli avversari (7–0 del PSV Eindhoven sul povero Excelsior Rotterdam, 4–0 dell’Ajax Amsterdam sul malcapitato FC Twente Enschede). Si arrivava così alla pausa invernale con l’Ajax Amsterdam che aveva un punto in più rispetto ai rivali di Eindhoven (34 contro 33 alla diciannovesima giornata). Il problema principale, però, non era l’impossibilità per gli avversari di recuperare sui battistrada, ma la violenza dei tifosi che spesso obbligava il sindaco di turno a far rinviare le gare al lunedì per evitare incidenti: stavolta a fare le spese era stata la partita tra Sparta Rotterdam e FC Den Haag rinviata per il pericolo che gruppi scalmanati provenienti da l’Aja potessero venire a contatto con i tifosi di Rotterdam. In Europa però, le due squadre avevano fortune alterne: mentre il PSV Eindhoven veniva eliminato al primo turno in Coppa dei Campioni dal Bayern Monaco (0–2 con doppietta di Reinhold Mathy al Philips Stadion e 0–0 in Baviera), l’Ajax Amsterdam, in Coppa delle Coppe, trascinato da un grande Johnny Bosman, travolgeva i turchi del Bursaspor (2–0 a Bursa e 5–0 in Olanda) e i greci dell’Olympiakos Pireo (4–0 al De Meer e 1–1 al Pireo) approdando ai quarti di finale. La qualificazione in Europa fece si che la Federazione Olandese concedesse ai biancorossi di anticipare la gara con il VVV Venlo al fine di godere di maggiori intervalli di tempo quando sarebbero stati impegnati in Coppa delle Coppe contro gli svedesi del Malmo FF. Privi di Marco Van Basten, fuori per un mese a causa di un infortunio, gli uomini di Johan Cruijff incassavano un sonoro 3–0 (Vaecks al 26’, Luhakay al 59’ e Reyniers al 85’). La notizia peggiore veniva due settimane dopo da l’Aja dove l’arbitro era costretto a sospendere la partita all’intervallo, con l’Ajax Amsterdam in vantaggio per 2–0 sul FC Den Haag (Johnny Bosman al 14’ e 27’) perché sugli spalti si temeva la ripetizione di quanto accaduto all’Heysel.

Fortunatamente le cose andarono molto meglio (una cinquantina di feriti, nessuno dei quali grave, più una ventina di arresti e lo stadio sfasciato). Nonostante la conferma a tavolino del risultato, maturato sul campo del FC Den Haag, restava comunque il fatto che la Federazione Olandese prendesse in seria considerazione l’ipotesi di far disputare alcune gare dell’Ajax Amsterdam a porte chiuse.

Il 25 marzo la tv olandese sospendeva i programmi per annunciare che il “rasta” del PSV Eindhoven, Ruud Gullit, avrebbe giocato la stagione successiva nel Milan AC mentre l’Ajax Amsterdam, rispolverando un Marco Van Basten (già da tempo rossonero) in grande forma, batteva per 3–0 lo Sparta Rotterdam (Marco Van Basten al 6’ e al 85’, Aaron Winter al 75’) ipotecando il successo finale. I due nuovi stranieri del Milan AC si ritrovavano per l’ultima volta sul campo da avversari per giocarsi il tutto per tutto in campionato. Il gran galà si svolgeva al Philips Stadion di Eindhoven e l’Ajax Amsterdam si presentava con tre punti di vantaggio, ma con due gare giocate in più degli avversari. L’incontro veniva spostato alle 17.30 perché la televisione non voleva perdere l’avvenimento. Tra neve e sole, stadio esaurito e giornalisti da tutta Europa per seguire l’evento. Per la cronaca vinceva il PSV Eindhoven per 1–0 con un gol, manco a dirlo, di Ruud Gullit che dopo avere fatto impazzire Frank Rijkaard, suo marcatore, sfogava così tutta la sua rabbia dovuta al fatto che in settimana “il tradimento” gli era costato la fascia di capitano passata, per ironia della sorte, all’ex milanista Eric Gerets (espulso all’89’).
La sconfitta riverberava i suoi effetti la settimana dopo quando a Deventer, contro il derelitto Go Ahaed Eagles, l’Ajax Amsterdam non riusciva ad andare oltre il pareggio per 1–1, mentre il PSV Eindhoven rifilava 5 reti all’FC Utrecht (Renè Van der Gijp al 19’, Gerald Vanenburg al 36’, Halvaar Thoresen al 67’ e 74’ e Frank Arnesen al 83’) e raggiungeva a quota 43 i biancorossi, ma con due gare ancora da recuperare. A questo punto l’inerzia era tutta dalla parte degli uomini di Hans Kraay anche perché l’Ajax Amsterdam era ancora in corsa nella Coppa delle Coppe, nella quale aveva raggiunto la finale di Atene contro i tedeschi orientali del Lokomotiv Leipzig.

Ma questa sembrava la stagione delle sorprese e, a Zwolle, il PEC infliggeva un clamoroso 2–0 al PSV Eindhoven (Van Aukeren al 51’ e Van Buuen al 84’). Alla trentesima giornata gli uomini di Johan Cruijff, con la testa alla finale di Coppa delle Coppe (senza Johnny Bosman squalificato dall’U.E.F.A. per due turni) si facevano sorprendere a Utrecht dai padroni di casa per 2–1, mentre il PSV Eindhoven, pareggiando ad Alkmaar 0–0 con l’AZ, la gara di recupero e vincendo sul proprio terreno di gioco per 2–0 con il Groningen scavalcavano i biancorossi. Ma l’Ajax Amsterdam aveva ormai puntato tutto sulla finale del 13 maggio 1987 che, ad Atene, metteva in palio la Coppa delle Coppe.
Fu una cavalcata trionfale che culminò nel primo ed unico successo del calcio olandese. L’Ajax Amsterdam di Johan Cruijff, nei turni precedenti, rifilò un complessivo 7–0 al Bursaspor, 5–1 all’Olympiakos Pireo, 4–1 al Malmö FF nei quarti di finale e 6–2 in semifinale al Real Zaragoza. L’ultimo avversario era uscito un pò a sorpresa. Fruendo di sorteggi favorevoli, i tedeschi orientali del Lokomotiv Leipzig si erano fatti strada a spese di Glentoran Belfast, Rapid Wien, Sion e Girondins de Bordeaux. Sembrava proprio una finale senza storia, una goleada annunciata. In effetti, il 13 maggio ad Atene l’Ajax Amsterdam onorò il pronostico, ma senza dilagare. Dopo 21’ minuti di gioco, Marco Van Basten cavò l’acuto e su quel gol l’Ajax Amsterdam visse di rendita, anche perchè i tedeschi, timorosi di subire un passivo mortificante, badarono più che altro a difendere la sconfitta. Non risultò certamente una partita da consegnare alla galleria del calcio, ma rimane storicamente significativa per aver consacrato il magico incontro fra il grandissimo Johan Cruijff e il suo erede naturale Marco Van Basten. Singolare il fatto che il giovanissimo Johnny Bosman, riserva nei ruoli d’attacco, si fosse aggiudicato la classifica dei cannonieri con 8 reti.

L’euforia della vittoria continuava anche in campionato dove il Feyenoord Rotterdam andava a sbancare il De Meer con un perentorio 3–1, consegnando di fatto il titolo al PSV Eindhoven. Le ultime gare servivano solo per determinare i posti per la Coppa U.E.F.A. e per non retrocedere nonché a regalare al solito Marco Van Basten il quarto titolo consecutivo di capocannoniere con 31 reti, eguagliando il poker consecutivo stabilito da Ruud Geels negli anni settanta sempre con la maglia degli ajacidi.

Pos
Classifica
P
G
V
N
P
GF
GS
1
PSV Eindhoven
59
34
27
5
2
99
21
2
Ajax Amsterdam
53
34
25
3
6
92
30
3
Feyenoord Rotterdam
42
34
15
12
7
73
43
4
Roda JC Kerkrade
39
34
15
9
10
51
45
5
VVV Venlo
37
34
10
17
7
46
45
6
FC Utrecht
36
34
15
6
13
62
56
7
FC Twente Enschede
36
34
12
12
10
39
44
8
Sparta Rotterdam
34
34
11
12
11
52
48
9
Fortuna Sittard
32
34
10
12
12
47
49
10
FC Den Bosch
32
34
10
12
12
43
52
11
PEC Zwolle
31
34
10
11
13
61
57
12
Haarlem
31
34
11
9
14
32
57
13
FC Groningen
30
34
9
12
13
43
43
14
FC Den Haag
28
34
8
12
14
46
64
15
AZ Alkmaar
27
34
7
13
14
31
57
16
Go Ahaed Eagles Deventer
23
34
5
13
16
23
48
17
Veendam BV
23
34
4
15
15
37
67
18
Excelsior Rotterdam
19
34
5
9
20
40
91

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